Cinque fatti sulle insulae romane

Man mano che si diffondeva la sua influenza nel mondo conosciuto, Roma si trasformò da un piccolo insediamento – fondato leggendariamente da due fratelli, Romolo e Remo – in una fiorente metropoli.

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Con questo successo, però, è venuto una popolazione in aumento e un problema abitativo.

La soluzione era una novità: le insulae, il precursore dei moderni condomini.

Ogni insula consisteva in circa una mezza dozzina di spazi abitativi per la classe media e i cittadini più poveri di Roma, la plebe, così come i negozi e le imprese al piano terra.

Ecco cinque fatti sulle insulae

Un’insula (la parola latina per ‘isola’) occupava tipicamente un isolato con strade su ogni lato, da cui il nome.

Avrebbe almeno cinque piani, ma ci sono record di alcuni che raggiungono nove – nonostante le restrizioni di altezza imposte da un certo numero di Imperatori.

Augusto pose il cappello a 68 piedi romani (circa 21 metri), che fu ulteriormente ridotto a 60 piedi da Nerone in seguito al Grande Incendio di Roma nel 64 d.C.

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SUL ECONOMICO

A seconda della sua costruzione, le insulae potrebbero essere anguste e scomode.

Quel che è peggio, tendevano ad essere costruiti a buon mercato, usando legname e mattoni di fango, quindi crolli e incendi erano comuni.

Tuttavia, sono aumentati in numero enorme – un censimento del IV secolo ha affermato che c’erano oltre 40.000 a Roma.

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GUAI DEL PADRONE DI CASA

Il favolosamente ricco Marco Licinio Crasso possedeva molte insulae.

Presumibilmente, era felice di sentire che una vecchia insula fatiscente era caduta, poiché significava che poteva pagare affitti più alti per un nuovo edificio.

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TESTA SOPRA L’ACQUA

Oggi, gli appartamenti all’ultimo piano sono i più ambiti, ma era il contrario in un’insula.

Più alto è uno spazio abitativo, più economico era, poiché era più piccolo, accessibile solo da scale strette e più rischioso in caso di incendio.

Anche se l’acqua veniva pompata agli appartamenti inferiori, non poteva raggiungere i piani superiori.

Era raro per loro avere bagni, quindi la gente doveva fare uso delle latrine pubbliche di Roma.

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COME VIVE L’ALTRA METÀ

I ricchi Romani vivevano in uno stile molto più lussuoso di abitazioni private, la domus.

Con un grande atrio al centro – dove gli ospiti sarebbero stati intrattenuti – ogni domus aveva diverse stanze, acqua corrente, servizi igienici e un portico o giardino, chiamato peristilio.

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Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta nel numero di aprile 2016 di History Revealed

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